Quando ci troviamo di fronte a qualcosa di bello, prezioso, esclusivo, fosse esso un museo, un palazzo storico o un inestimabile tesoro molto spesso dobbiamo chiedere il permesso ad un Custode, perché è lui che vigila, conserva, preserva tanta bellezza. Ma non vi voglio parlare di bellezze artistiche o gioielli, vi voglio parlare di una ricchezza che viene dalla natura, vi voglio far conoscere gli Agricoltori Custodi.
Le mani che vedete sono quelle di uno di loro, Rodolfo Rosatelli dell’Azienda Agricola I Lubachi, e volete sapere cosa custodisce gelosamente? Semi di fave, di una varietà autoctona che cresce solo nella zona di Fratte Rosa (PU), le meravigliose Fave di Fratte Rosa.
Ci è voluta un’apposita legge Regionale, la n.12 del 3 giugno 2003, per regolamentare la “Tutela delle risorse genetiche animali e vegetali del territorio marchigiano” e per affidare all’Assam (Agenzia servizi settore agroalimentare delle Marche) la gestione dei due strumenti operativi della Legge, cioè il Repertorio Regionale e la Rete di Conservazione e Sicurezza.
Al Repertorio vengono iscritte le risorse genetiche autoctone a rischio di erosione, la Rete di conservazione e sicurezza è rappresentata invece da tutti quei soggetti, pubblici o privati, che detengono, coltivano o allevano le entità vegetali ed animali iscritte nel Repertorio.
Ma cosa significa?
Vedete questo meraviglioso campo di fave? E’ molto semplice, se non fosse per gli Agricoltori Custodi si sarebbero estinte a favore di qualità economicamente più profittevoli e meno complicate da coltivare.
Ci vogliono un particolare terreno argilloso, detto appunto “I lubachi” tipico della zona di Fratte Rosa (PU), i semi custoditi e preservati, tradizionali tecniche di coltivazione ma soprattutto una dedizione e una passione che superano ogni ostacolo, proprio come nelle storie d’amore più belle.
Ed è così che queste fave particolari, uniche per dolcezza e tenerezza del grano, possono allietare la nostra tavola, fresche, sott’olio con finocchietto selvatico o usate per perpetuare un’antica tradizione enogastronomica di Fratte Rosa, la preparazione dei Tacconi, una particolare pasta ottenuta miscelando farina di grano e farina di fave.
E pensare che i vecchi mezzadri erano costretti ad utilizzare la farina di fave per fare la pasta perché il grano serviva in parte per “pagare” il padrone, in parte per la semina, e perché no per pagare in natura i debiti contratti con gli artigiani del posto!
La storia degli Agricoltori Custodi non finisce mica qui, vi vorrei parlare di patrimonio genetico, Banca del germoplasma e degli antichi Cicer, non perdetevi la prossima puntata!