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Tempo di Pasqua…tempo di tradizioni. Per noi marchigiani doc ogni occasione è buona per tramandare abitudini, saperi e sapori di un tempo … e la Pasqua … rappresenta perfettamente una di queste occasioni. Tra i piatti più tipici di questo periodo, la Pizza di Formaggio è uno dei miei preferiti!

In realtà, nonostante il nome, questa pizza della tradizione ha la forma tipica di un panettoncino, e viene cotta in una caratteristica teglia di alluminio, dai bordi molto alti, che ne garantisce la corretta lievitazione prima e durante la cottura.

Uova, farina, lievito di birra, un bicchiere di latte, olio extra vergine, grana e pecorino grattugiato caciotta o pecorino fresco a grossi cubetti e poi gli immancabili sale, pepe e noce moscata. Gli ingredienti principi sono questi, di ricette ogni famiglia ha la sua preferita (questa è la mia), in cui si possono dosare in modo diverso soprattutto i formaggi e gli aromi… Le giuste ore di lievitazione e la cottura alla temperatura ideale, rendono questo prodotto davvero eccezionale.

Le pizze di formaggio si preparano solitamente la settimana prima di Pasqua, perché si conservano bene anche qualche giorno. Le nostre nonne ne impastavano anche 4-5 per volta perché il lievito rendesse nel migliore dei modi… ricordo ancora il rito della preparazione, sacro come quello per impastare le tagliatelle la domenica mattina, e poi tutte le teglie in lievitazione, con sopra una coperta di lana per conservarne il giusto calore. Nell’aria si sprigionava un profumo eccezionale ancor prima della cottura.

E poi? Come e quando si mangiava (e si mangia) questa prelibatezza?

Bè il primo vero utilizzo era quello della Colazione di Pasqua la domenica mattina, quando le grandi famiglie allargate si ritrovavano intorno ad un tavolo imbandito di ogni specialità dolce e salata. Pizza al formaggio con Ciauscolo, Salame lardellato, Lonzino, solo per citare alcuni degli accompagnamenti preferiti! Il tutto annaffiato con un buon bicchiere di Verdicchio o con un delizioso vino dolce! Naturalmente è tradizione servirla a tavola anche il giorno di Pasqua, per aperitivo o durante il pranzo, portarla in dono durante le feste o come accompagnamento di salumi tradizionali per i pic-nic del lunedì dell’Angelo.

Ho viaggiato tanto e cercato di esportare e far conoscere questa tradizione al di fuori delle Marche. In pochi la conoscevano, ma chi l’ha assaggiata l’ha apprezzata molto e ora non riesce più a farne a meno!